La notizia è già rimbalzata sui social e su tutti i siti di informazione locale. È uscita la graduatoria provvisoria del bando “Sport e Periferie” e purtroppo la Union Basket non è riuscita a far rientrare il proprio progetto nel finanziamento statale. Ma andiamo con ordine.
Il bando “Sport e Periferie”, reso pubblico più di un anno fa, prevedeva il finanziamento totale di progetti riguardanti lo sport, che potessero rispondere a particolari richieste, incentrando la proposta sull’aspetto sociale. Inizialmente di 140 milioni a fondo perduto, è stato successivamente ampliato di ulteriori 160 milioni. La Union Basket Terni, da sola e con le proprie forze, ha presentato un progetto dettagliato in ogni singolo particolare, curando ogni punto con estrema attenzione, dando forma ad una tensostruttura che potesse ospitare l’intera società, potendo contare anche di due campi all’esterno, nel quartiere San Giovanni, in Terni.
“E’ stato un progetto curato in ogni aspetto – ha sottolineato il presidente Pasqualini – e siamo fieri di averlo preparato grazie allo sforzo di tutti. Il progetto è estremamente riqualificante per l’intera zona, quella di San Giovanni, che ha bisogno di modifiche strutturali e sociali. Anche gli abitanti del quartiere, scoperta la bontà del progetto, hanno sposato la nostra causa. Questo rimarrà comunque un punto di partenza per noi”.
Oggi dunque, è arrivato il giorno del giudizio, almeno provvisorio, con l’uscita della graduatoria, che però ha riservato un colpo di scena che pochi conoscevano: infatti la divisione statale del denaro è stata gestita lasciando l’80% dell’intero importo al sud, mentre il solo 20% è diventato la fetta da dividere per l’intero centro-nord. Una vera e propria beffa, che apre tanti ragionamenti su cosa sia giusto o sbagliato, oppure semplicemente corretto. Nonostante questo però, il progetto della Union Basket, si è classificato a ridosso degli ultimi buoni per essere finanziati interamente, sottolineando che il 90% dei progetti che hanno vinto sono stati preparati da enti statali, religiosi o da comuni, molto più preparati e strutturati per poter competere in bandi di questa portata. Sono una cinquantina le società come la nostra ad aver ottenuto i soldi. Guardando i numeri, dei 3800 progetti presentati, solo 1200 sono stati accettati per entrare in graduatoria; il nostro è tra i primi 500. Un grande risultato.
“E’ stato come cominciare una partita sotto di 50 punti già alla palla due – ha detto Pasqualini per usare una metafora cestistica – e poi perdere all’ultimo tiro. Il problema è che probabilmente se avessimo saputo quanto fosse stato grande il nostro handicap – riferendosi all’impari divisione dei soldi tra centro/nord e sud – non avremmo neanche partecipato. Mi piace sottolineare però che il nostro punteggio è stato altissimo e scorrendo la graduatoria, circa 90 progetti che hanno avuto risultati peggiore del nostro sono stati finanziati. Questo significa una sola cosa, che ad armi pari oggi staremmo brindando”.
In poche parole, la magra consolazione di sapere che in una partita giocata con le stesse regole, ora saremmo qui ad esultare per un risultato storico, con la creazione di un centro sportivo e sociale per la nostra città, nel cuore di uno dei quartieri più antichi ed importanti di Terni, bisognoso come non mai di sana aggregazione, misurata e controllata. E dire che all’interno del bando, uno dei moltiplicatori per la valutazione dei progetti era “l’indice di vulnerabilità sociale” che già in partenza aveva dato un grande vantaggio al mezzogiorno. Poco male. Andiamo avanti col sorriso e con la consapevolezza che la strada tracciata è quella giusta. Come in ogni partita persa sul campo è necessario saper prendere il buono, e anche oggi, dopo averlo detto centinaia di volte ai nostri ragazzi, dobbiamo dimostrarlo.
“Niente è perduto – ha concluso Pasqualini – perché intanto è necessario sottolineare che la graduatoria è provvisoria, ma soprattutto perché un anno di lavoro non è da buttare nel cestino. Il progetto in mano lo abbiamo ed è bellissimo. Due campi all’aperto, un campo al chiuso, uno spazio per il sociale di tutto il quartiere. Noi di certo non molliamo e proveremo a portare avanti il nostro sogno comunque. Voglio ringraziare pubblicamente l’amministrazione comunale nella figura del nostro assessore Elena Proietti, che ci ha sempre sostenuto fattivamente, aiutandoci nel trovare il territorio migliore per il nostro campo. Non dimentichiamo il suo sostegno e lo vogliamo ricordare proprio oggi”.
Dunque se è vero che per diventare vincenti è necessario prima imparare a perdere, noi non ci buttiamo giù, nonostante la scelta di dividere il denaro in un modo ampiamente disomogeneo.
Da oggi inizia una nuova fase del progetto, sperando che il nostro lavoro, il nostro impegno e la nostra passione, rivolta alla speranza di lasciare un segno nella nostra comunità, possa trovare nuovi sostenitori, pubblici o privati, che si uniscano alle nostre forze per raggiungere l’obiettivo di costruire la nostra casa. Sperando poi che quando uscirà la graduatoria ufficiale, riusciremmo ad agguantare almeno il supplementare..