Quando ho saputo dell’ennesimo straordinario premio conferito al nostro Guido Giovannetti, ho voluto aspettare qualche giorno, per rendergli onore nel migliore dei modi, o meglio ancora, nel modo che sono sicuro avrebbe apprezzato. Per questo ho deciso di scrivere questo piccolo pensiero direttamente a mia firma, per dargli un senso ancor più privato, non suo e mio, visto che ci siamo sentiti già al telefono, ma per dargli un valore di comunità, la nostra.
Prima di andare fuori tema però è necessario contestualizzare la cosa: nei giorni scorsi Guido Giovanetti, già arbitro di serie A da alcune stagioni e che sta salendo molto velocemente la classifica dei migliori fischietti italiani (nei giorni scorsi ha arbitrato Olimpia Milano vs Virtus Bologna), ha ricevuto uno dei più grandi onori che uno sportivo possa sognare cioè la Stella d’oro al Merito Sportivo del Coni.
Il suo grande impegno in campo è stato anche superato da quanto fatto fuori dal rettangolo di gioco, dove ha combattuto in prima linea contro il Covid19, tolto il fischietto dal collo ed indossato il camice da dottore, che rimane il suo lavoro. Dopo decine di articoli e premiazioni, oggi è arrivata l’onorificenza più ambita per uno sportivo, conferita appunto dal Coni.
Inutile spiegare la soddisfazione e la felicità di vederlo primeggiare in più ambiti, avendolo visto crescere in palestra sia come giocatore che come ragazzo, proprio alla Cupola, al nostro fianco. Guido è sempre stato un ragazzo responsabile, umile, dotato di un immenso talento ed intelligenza, che in campo, quando ancora indossava la numero 4 della Leo, lo stava portando a togliersi tante soddisfazioni. E non nascondo oggi, che quel numero 4 glielo avrei anche “regalato” visto che stava arrivando velocemente in prima squadra, dove lo aspettavo, sapendo di essere stato uno dei suoi esempi più seguiti.
Ma in questi giorni, il mio pensiero è andato anche oltre Guido e scrivendo questo, in un articolo in suo onore che so già che leggerà, sono sicuro che lui stesso sarà contento, da vecchio capitano quale è stato.
Sì perché Guido per me rappresenta un gran numero di ragazzi che hanno indossato la nostra maglia, con totale impegno, con dedizione ed educazione. Ragazzi che oggi non sono sotto i riflettori del nostro sport, ma che comunque hanno saputo vincere ognuno nei propri campi ed ognuno a suo modo.
Dovete sapere che quando alleni centinaia di ragazzi e li vedi crescere, lo capisci subito dove potranno arrivare, e non parlo di pallacanestro. Ci sono decine di ragazzi e ragazze che non si danno mai scuse, non hanno alibi della scuola, dei compiti, delle ragazze, del compagno che non gli passa la palla. Ci sono ragazzi che affrontano ogni giorno e in tutti gli allenamenti la sfida più importante, quella con loro stessi, comprendendo che il basket è un grande compagno di divertimento, ma soprattutto una palestra di vita. Si impara a perdere, a vincere, ad essere protagonisti oppure no, si impara a stringere i denti ed a lottare per qualcosa che si vuole, anche se quando si allacciano le scarpette si è a conoscenza che si può perdere.
Oggi sono orgoglioso di Guido, e come me lo saranno i coach che non possono scrivere queste righe ma che sono sicuro la pensino come me, soprattutto Simone Grillo, che lo ha preso bambino e lo ha reso uomo, cestisticamente parlando si intende.
Ma oggi, festeggiando Guido ed il suo strepitoso premio, voglio sottolineare l’orgoglio che proviamo per decine e decine di ragazzi che abbiamo lasciato poco più che bambini e ritrovati uomini e che come il nostro “Giovannetti”, nei propri campi hanno perso battaglie ma vinto la guerra, come facevano in campo, qualsiasi fosse stato il loro livello cestistico.
Ho deciso di scrivere questo pensiero proprio oggi che la nostra attività di minibasket riprende, perché non vediamo l’ora di rivedere quella scintilla negli occhi dei ragazzi che li accompagna in campo, ma li allena per quello che dovrà succedere fuori.
E allora complimenti Guido, e scusa se ti ho usato come pretesto, ma tu che sei sempre stato un leader in campo, sarai felice di condividere questo premio con la tua “squadra”.
Filippo Graziani